Esperienza

Come selezionare nuove varietà di uva da tavola (senza semi)?

Ricerca e sperimentazione. Ci eravamo lasciati così l’ultima volta che abbiamo parlato di uva da tavola senza semi. Ma, nello specifico, cosa significa esattamente? Prima di tutto è bene evidenziare come nel nostro mondo esistano i cosiddetti breeder, vale a dire i costitutori varietali. La maggioranza di essi ha sede negli Stati Uniti, in particolare in California, ma ce ne sono anche in Australia, Brasile o Sudafrica. Cosa fanno esattamente? Selezionano nuove varietà di uva da tavola. Con pazienza, molta pazienza, portano avanti nel corso degli anni centinaia di prove per individuare nuove varietà di uva che abbiano potenzialità produttive e commerciali. Ovviamente, per poter fare tutti questo, i breeder prendono in considerazioni moltissimi aspetti.Difficile elencarli tutti, ma alcuni sono fondamentali e sono alla base del loro lavoro.

Per esempio:

  • le nuove varietà di uva da tavola devono essere fertili, quindi generare molti fiori dai quali poi poter selezionare i grappoli migliori;
  • i grappoli devono avere una forma attraente. Cosa significa “attraente” vi chiederete probabilmente? Una via di mezzo tra tra un grappolo serrato e uno troppo spargolo;
  • Gusto, aspetto ovviamente fondamentale. Non sempre le varietà aromatiche, come il moscato, sono sempre le più gradite dai mercati. Quindi, proprio a seconda dei mercati di riferimento si sceglieranno varietà molto profumate e dolci, così come quelle che invece hanno un impatto al gusto diciamo più neutro, che non ha una valenza negativa;
  • È fondamentale che la nuova varietà non abbia bisogno di troppi interventi in vigna. Perché? Perché sono costosi, inquinano e hanno bisogno dell’intervento di manodopera specializzata che non sempre si trova con facilità. Tutti aspetti che, se tenuti sin dall’inizio sotto controllo, quindi sin dalle prove che si fanno per creare nuove varietà, consentono ti ottimizzare meglio nostro lavoro di produttori e di mantenere i costi bassi, non solo per noi, ma anche per il consumatore finale;
  • la nuova varietà deve avere una produttività buona e costante nel tempo e dare origine ad un’uva che abbia bune doti di conservabilità. La famosa shelf life;
  • la data di maturazione e raccolta deve avere una logica. deve cioè far sì che l’uva poi arrivi sul mercato all’interno di una finestra temporale interessante dal punto di vista commerciale. Quindi aspetti come la precocità di una varietà, piuttosto che la sua tardività, sono caratteristiche affatto secondarie quando un breeder deve decidere se puntare o meno sullo studio e la sperimentazione di una varietà di uva da tavola.