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Grapes strudel with mint and caramel
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Un ingrediente raffinato? L’uva da tavola

Ci sono abbinamenti a tavola che sono entrati oramai così prepotentemente, non solo nell’immaginario collettivo, quanto anche nelle tradizioni culinarie di chiunque di noi che nessuno si metterebbe mai in mente di contraddirle. Anche se, a volte, non sono proprio azzeccatissime. Diciamo che qualche gastronomo di lungo corso potrebbe obiettare, così come qualche sommelier quando entra in gioco anche il vino.

Stavo leggendo un articolo dal titolo “10 abbinamenti perfetti” apparso su un sito, che vi consiglio, che si chiama Agrodolce.it. Vengono elencati, in effetti, dei matrimoni classici, talmente classici che oramai sono presenti ovunque, sia nelle nostre case che in tantissimi ristoranti. Da sempre. Pizza e fichi, prosciutto e melone, pomodoro e mozzarella, formaggio e pere, fave e pecorino, pesche e vino. E ancora fragole e Champagne piuttosto che ostriche e Muscadet: ecco, su questi due ultimi abbinamenti, ricchi di fascino e scolpiti nella memoria di chiunque – forse, per quanto riguarda le ostriche, ai più viene in mente lo Champagne piuttosto che il Muscadet – i sommelier, probabilmente, chinano il capo accettando, ma non credo siano completamente d’accordo.

E l’uva da tavola? Non c’è. Forse un vero e completo vademecum sui tanti momenti possibili di consumo dell’uva da tavola deve ancora essere scritto. Fa comunque piacere leggere, questa volta su un altro sito dedicato integralmente alle ricette, buonissimo.org, che:

Le ricette con l’uva sono sempre preparazioni molto raffinate e gustose.

E, in effetti, a scorrere la lista di preparazioni dove l’uva da tavola ha un ruolo importante – si va dall’aspic di uva ai filetti di branzino o trota con l’uva, o ancora la rana pescatrice o lo strudel di uva – viene subito da pensare come questo frutto spesso entri in gioco in cucina non solo quando l’abilità di chi sta dietro i fornelli non sia certo secondaria, ma anche la ricerca del gusto vada oltre la quotidianità.

L’uva da tavola fa bene Certamente sì
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L’uva da tavola fa bene? Certamente sì

Spesso quando parlo con amici o conoscenti, o semplicemente quando entro in un supermercato oppure osservo le vetrine di alcune farmacie, mi rendo conto di quanto per noi la parola “benessere”, sia fisico che mentale, sia fondamentale, ma quanti pochi strumenti conosciamo realmente per raggiungerla. Anche se sono sotto i nostri occhi da sempre. Eppure non ce ne accorgiamo, o magari lo sappiamo, ma al momento opportuno non ci viene in mente.

Stavo leggendo un articolo sul sito Tgcom24 dal titolo “Ti senti gonfia? Porta in tavola questi cibi” e ovviamente, e aggiungo per fortuna, viene citata anche l’uva. Premesso che invece di farsi una diagnosi da soli, è sempre meglio recarsi da un medico per capire meglio le cause e la natura di qualsiasi sintomo o disturbo si pensi di avere, come quello elencato dall’articolo in questione, è certamente vero che una corretta alimentazione, e certi alimenti in particolare, ci aiutano a risolvere tanti piccoli problemini che poi, nel tempo, posso anche ingigantirsi.

L’irritazione del colon, con tutte le conseguenze del caso, è una di queste, sempre più diffusa a causa dei ritmi che la vita a volte ci impone: stress, mangiare di corsa, consumare cibi con poca fibra alimentare, sono alcuni dei tanti motivi. Io stesso, tra ufficio, vigna e i tanti viaggi all’estero, capisco perfettamente cosa significa.
Beh, l’uva da tavola – sì, lo so, sono di parte, ma cosa ci volete fare – oltre che essere buona e gustosa, cosa che certo non guasta, ha svariate doti che, correttamente, l’articolo cita:

Ha un importante effetto diuretico e drenante grazie alla sua elevata quantità di potassio. Fresca e dolce, l’uva si caratterizza per il buon contenuto di vitamine B1 e B6, che favoriscono il buon funzionamento del sistema nervoso, cardiovascolare e gastrointestinale. L’uva è inoltre ricca di tannini e antociani (entrambi potenti antiossidanti) che hanno un’azione protettrice sul microcircolo.

Tutto vero, quindi, consumate uva da tavola! Manca peraltro poco, e sulle nostre tavole potremo trovare anche quella di origine italiana, magari proprio pugliese (non me ne vorranno i colleghi siciliani, ma per la seconda volta in uno stesso post mi tocca essere di parte).

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Gli chef come ambasciatori dell’uva da tavola? Certo!

Ho sempre creduto nel ruolo che gli chef – possiamo chiamarli anche più semplicemente cuochi – hanno nella valorizzazione delle materie prime che noi produttori cerchiamo di produrre con fatica e passione. Di fatto rappresentano un fantastico trait d’union con il consumatore finale perché offrono a tutti noi spunti, magari anche non conosciuti, per le nostre preparazioni quotidiane.
Mi ha fatto, quindi, molto piacere vedere il video che vi riporto sopra (cliccate sull’immagine), realizzato dall’Accademia Barilla e che vede proprio uno chef spiegare, come l’Italia sia non solo un ottimo produttore di vino, ma anche di uva da tavola, aspetto che a volte, forse, ci si dimentica.

Inoltre, viene sottolineata la versatilità del consumo dell’uva da tavola, come salutare snack durante la giornata, ma anche come ingrediente per piatti, dal salato al dolce, in abbinamento con formaggi, carne e verdure.
Buon visione!

 

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Una salsa all’uva. Naturalmente senza semi

Mi sono imbattuto per caso in una preparazione molto semplice, ma sfiziosa, che vorrei condividere con voi. È una salsa. L’ho trovata su www.grapesfromcalifornia.com: è un sito molto interessante, ricco di informazioni sull’uva da tavola californiana – che come viene ricordato viene coltivata qui da più di due secoli – e che, ma questo riguarda in modo particolare noi agricoltori specializzati in uva senza semi, è anche un punto di riferimento per noi, poiché patria di molti breeders che sperimentano e ricercano nuove varietà di uva senza semi.

Si chiama “Green grape and tomatillo salsa”: in pratica si tratta di frullare insieme pochi semplici ingredienti per ottenere una salsa molto fresca, ideale per accompagnare carni, ma volendo, come suggerisce anche il sito, delle croccanti patatine fritte. Ma perché no: potremmo anche spalmarla su del pane appena abbrustolito per accompagnare un aperitivo, magari con un bel Fiano Minutolo pugliese della zona di Gioia del Colle (Polvanera ne fa uno buonissimo).

Allora:

  • 3/4 tazze di uva da tavola verde senza semi;
  • tra i 5 e gli 8 tomatillos. Sarebbero i tipici pomodori verdi messicani. Noi ovviamente possiamo cercare quelli che troviamo nel nostro mercato. Mi raccomando: verdi, non nel senso di immaturi, ma di varietà verde. Come quelli resi famosi dal film “Pomodori verdi fritti alla stazione del treno”;
  • 2 cucchiaini di coriandolo;
  • 2 spicchi d’aglio tritati grossolanamente;
  • mezzo cucchiaino di sale;
  • un cucchiaio di succo di lime;
  • 1 Jalapeño tritato grossolanamente, vale a dire un peperoncino verde. Magari se il piccante lo tolleriamo moderatamente, possiamo anche togliere i semi al suo interno;

Frulliamo il tutto con un robot da cucina e il gioco è fatto. Nella foto della ricetta originale, come vedete, si è preferito mantenere una struttura grossolana, a pezzetti. Ma se vogliamo, volendo, possiamo anche renderla un po’ più densa e liquida. Conserviamo il tutto in frigorifero per al massimo tre giorni se non riusciamo a finirla prima. È una salsa di bella aromaticità, speziata, lievemente piccante, che unisce acidità e freschezza.

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Chi mangia l’uva per Capodanno…Buon 2014!

Ogni luogo ha le sue tradizioni a tavola che durante le festività natalizie trovano ovviamente grande spazio nelle case di ognuno di noi. Spesso ci sono alimenti e preparazioni che rappresentano come una sorta di veri e propri talismani portafortuna per il nuovo anno che sta per arrivare. Qualche esempio? Oggi un articolo pubblicato sul sito D La Repubblica ne cita alcuni classici che siamo soliti consumare proprio durante il cenone di fine anno: si va dalle immancabili lenticchie al riso, dalle bietole ai mandarini, e ancora melagrana, peperoncini e il curioso “Mano di Budda”, un agrume originario di Cina, Giappone e India, coltivato anche in alcuni vivai italiani.

C’è anche l’uva da tavola naturalmente. Da sempre simboleggia l’abbondanza, tanto che un antico proverbio recita: “Chi mangia l’uva per Capodanno conta i quattrini tutto l’anno”. Quindi raramente mancherà sulle tavole di molti italiani sia stasera che domani a pranzo. Ovviamente anche in casa Di Donna, sebbene noi viviamo immersi nell’uva da tavola ogni giorno dell’anno, non ci faremo mancare qualche chicco d’uva.

Ma c’è un Paese dove mangiare i chicchi d’uva al rintocco della mezzanotte del 31 dicembre è un vero e proprio rito, le cui origini non sono peraltro del tutto chiarissime. È la Spagna. Tradizione vuole che allo scoccare della mezzanotte si mangino 12 chicchi d’uva ad ogni rintocco delle campane. Chi ce la fa, propizierà soldi e fortuna. Vero o no che sia, noi vi auguriamo serenità a felicità per un radioso 2014 a prescindere.

Auguri!
Fonte foto: barcelonapoint.com