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Sostenibilità

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Territorio

Per Waitrose siamo un modello di Biodiversità

E’ evidente che la Vostra azienda abbia una posizione di leadership in questo campo e siamo dunque lieti di approvvigionarci di generi alimentari freschi da Voi

Ricevere una lettera con queste parole non può che far piacere a chiunque operi nel nostro settore. E così è stato anche per noi ovviamente! A scriverci è stato Alan Wilson, Technical Manager Agronomy di Waitrose, una delle catene di supermercati più famose e prestigiose al mondo.
Waitrose, infatti, ha selezionato l’azienda agraria Badessa, che fa parte del nostro gruppo, come modello d’impresa agricola “Demonstration Farm” per la categoria Biodiversità. Un tema, quest’ultimo, intimamente legato a quello della sostenibilità, che ci sta a cuore da tempo e che Raffaella Di Donna, responsabile della Qualità e del Marketing, segue con attenzione. (Ce ne ha già parlato qui).

Per saperne di più vi rimando all’articolo che il sito FreshPlaza ci ha dedicato

Innovazione

Le certificazioni. Un prezioso valore aggiunto

Nella nostra azienda abbiamo sempre dato molta importanza al tema delle certificazioni, anche se ci rendiamo conto che non sono così semplici da illustrare e far comprendere al consumatore finale. Sembra solo una questione per addetti ai lavori, ma in realtà non è così.
Dietro ogni prodotto ortofrutticolo c’è un sistema estremamente complesso che opera attraverso standard certificativi che si evolvono e diventano sempre più sofisticati. Tuttavia, coloro che dovrebbero essere i nostri primi alleati in questo processo di evoluzione, ossia i consumatori, ne sono assolutamente inconsapevoli.
Chi se ne occupa nella nostra azienda è Raffaella Di Donna, che segue gli aspetti legati alla Qualità e al Marketing all’interno del nostro gruppo. Lascio, quindi, a lei la parola, per cominciare ad affrontare questo tema a noi molto caro.
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Oggi sentir parlare di sostenibilità ambientale, economica e sociale, è molto facile: ne parlano sempre più spesso i quotidiani ed i consumatori sono molto più attenti rispetto al passato riguardo a queste tematiche. Non a caso la parola “sostenibilità” in ambito agricolo è anche uno dei contenuti più importanti che animeranno la prossima edizione si EXPO 2015 di Milano. E questo è certamente un bene perché noi, come agricoltori in generale, abbiamo tra le nostre responsabilità anche quella di preservare un paesaggio, linfa vitale per noi stessi, per le future generazioni e per tutti quelli che amano venire a visitare la nostra splendida regione.

All’inizio le certificazioni erano vissute dai produttori quasi come degli obblighi e basta, ma, con il passare del tempo, hanno profondamente modificato il nostro modo di lavorare, ponendo l’accento su aspetti prima trascurati come l’ambiente e le condizioni in cui operano i lavoratori, diventando una sorta di abito mentale con il quale ci confrontiamo quotidianamente. La stessa grande distribuzione, con la quale, sia in Italia che soprattutto all’estero noi lavoriamo, non solo ci richiede determinate certificazioni, ma va oltre, chiedendoci di rispettare parametri spesso ancora più stringenti delle norme vigenti.

Cosa fai per l’ambiente?
Quali precauzioni adoperi per ridurre l’impatto ambientale?
In che modo sei organizzato per far sì che i tuoi lavoratori operino nelle migliori condizioni possibili?

Queste sono solo alcune delle domande che molti nostri clienti della grande distribuzione, per esempio, ci rivolgono. E le loro verifiche, direttamente sul campo, sono molto serie e meticolose. Qui di seguito vi elenco le certificazioni dell’azienda Di Donna

  • Global Gap: è lo standard che riassume i requisiti base delle buone pratiche agricole;
  • Grasp: è l’estensione del Global Gap e si focalizza sugli aspetti sociali ed etici, quindi sul benessere dei lavoratori;
  • Brc (British Retailer Consortium) e IFS (International Food Standard): sono certificazioni standard, entrambe relative alla qualità ed alla sicurezza igienico-sanitaria dei prodotti alimentari, adottati dalla grande distribuzione europea. Anche se sovrapponibili, alcuni Stati, ad esempio l’Inghilterra, chiedono il Brc, altri, come la Germania, la certificazione IFS. Noi le abbiamo, quindi, entrambe;
  • Tesco Nurture: è uno standard privato legato all’omonima catena inglese che definisce delle buone pratiche agricole integrandole con ulteriori caratteristiche al fine di garantire l’igiene e la sicurezza degli alimenti;
  • Leaf Marque (Linking Enviroment and Farming): standard creato per promuovere la produzione integrata nelle aziende agricole con particolare attenzione all’ambiente.

A queste bisogna aggiungere i continui controlli da parte delle catene della grande distribuzione più strutturate, che si basano su questi protocolli e su quelli effettuati sui prodotti a marchio che coltiviamo secondo disciplinari specifici per alcune di loro.